Ieri sera mi sono fatta una maratona di Pretty Little Liars, che ho ripreso a vedere da poco, e mi sta appassionando tantissimo! Nonostante mi abbiano fatto qualche spoiler, questo telefilm riesce sempre a sorprendermi! Prima di buttarmi su pll, ieri ho finito di leggere Marina che ho adorato: vi lascio alla recensione ;)
→ Marina
→ Carlos Ruiz Zafòn
→ Mondadori
→ 308 pagine
→ € 6,90
→ 1 Gennaio 2009
→ Goodreads
«A volte le cose più reali succedono solo nell'immaginazione, Oscar» disse lei. «Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto.»
Zafòn, dopo L'ombra del vento, mi aveva subito catturata ma ormai sono ancora più sicura di quanto mi piaccia questo autore e i suoi romanzi. Marina è stata una lettura emozionante, paurosa, fantastica e triste (più che triste direi realistica). Rispetto agli altri suoi libri, qui ho trovato di più il genere fantasy SAREBBE MEGLIO DIRE HORROR che, devo dire, non mi è dispiaciuto affatto: ha dato alla storia quel pizzico in più che l'ha resa davvero speciale. L'ho definito un po' horror perché ci sono state alcune scene che mi hanno davvero tenuta con il fiato sospeso, con creature raccapriccianti e una storia anche un po' macabra. È stata una lettura che mi ha preso dalla prima pagina, facendomi subito entrare nella vita dei protagonisti e nella storia di un strano e oscuro personaggio che potrete "vedere" nel libro.
Quella notte Michail mi disse che secondo lui la vita concede a ciascuno di noi rari momenti di pura felicità. A volte, solo pochi giorni o settimane. A volte, anni. Tutto dipende dalla fortuna. Il ricordo di quei momenti non ci abbandona mai e si trasforma in un paese della memoria a cui cerchiamo inutilmente di fare ritorno per il resto della vita.

Un legame di sguardi e di silenzi li univa tra le ombre di quella casa, alla fine di una strada isolata dove si prendevano cura l'uno dell'altro, lontani dal mondo.
Zafon non è mai stato troppo logorroico nella descrizione dei paesaggi e ha creato le atmosfere più adatte per far trasmettere al lettore la paura e l'inqiuetudine dei protagonisti in determinati momenti. Non ho dato il voto massimo al libro solo perché l'autore non si sofferma molto sulla descrizione dei due protagonisti e li presenta solo superficialmente. Un'altra parte che mi è piaciuta del romanzo è stata la fine: mentre ne Il principe della nebbia ero triste per quello che era successo, qui, nonostante mi sia scesa una lacrimuccia, mi sono resa conto che è proprio per come fa finire la storia che mi piacciono i romanzi di quest'autore. Infatti la vita non ha sempre un lieto fine e, la maggior parte delle volte, non va a finire bene; Zafon ci mostra un lato della vita che molte volte viene oscurato nelle storie per dar spazio a una fine felice. Tuttavia, è proprio questo realismo che ci insegna, secondo me, i valori più importanti e che ci fa apprezzare meglio quello che abbiamo.
Avevo sempre pensato che le vecchie stazioni ferroviarie fossero tra i pochi luoghi magici rimasti al mondo. I fantasmi di ricordi e di addii vi si mescolano con l'inizio di centinaia di viaggi per destinazioni lontane, senza ritorno. «Se un giorno dovessi perdermi, che mi cerchino in una stazione ferroviaria,» pensai.