martedì 26 agosto 2014

Recensione: Come lacrime nella pioggia + Intervista

Buongiorno lettori! ^^
Questa mattina vi lascio con un'altra recensione! Il libro è stato molto bello e mi è piaciuto affrontare un tema diverso. :3

Titolo: Come lacrime nella pioggia
Autore: Sofia Domino
Pagine: 281
Prezzo: Gratuito. Per chiederlo (formato PDF) basta mandare una mail all'autrice (sofiaromanzo@yahoo.it ). Proprio perché è gratuito l'autrice invita i suoi lettori a firmare una petizione creata da lei su Change.org (CLICCAMI)
Data di pubblicazione: 19 Aprile 2014


A ventidue anni Sarah Peterson è una comune ragazza di New York, appassionata di fotografia e di viaggi. A quindici anni Asha Sengupta è una giovane ragazza indiana, venduta come sposa da suo padre. D’improvviso il presente di Sarah s’intreccia con quello di Asha. L’amicizia tra due ragazze, diverse ma uguali, spiccherà il volo. Non solo Sarah si ritrova, con il suo fidanzato, a vivere per lunghi periodi in un villaggio remoto dell’India, ma scoprirà che cosa si nasconde in un Paese magico e allo stesso tempo terrorizzante. Asha farà di tutto per lottare per i suoi sogni, per avere dei diritti paritari a quelli degli uomini e per continuare a studiare, perché non vuole sposarsi così giovane, e non vuole sposare chi non ama. Sarah si schiererà dalla sua parte, ma nel suo secondo viaggio in India scoprirà che Asha è scomparsa. Liberarla dalla trappola in cui è caduta, per Sarah diventerà un’ossessione. Un romanzo che fa luce su una verità dei giorni nostri, una storia di violenze, di corruzioni, di diritti negati. Una storia sull’amicizia. Una storia in grado di aprire gli occhi sull’India, il Paese peggiore in cui nascere donna.


Non avevo mai letto un libro che avesse un tema così doloroso, tutt'ora attuale, eppure ha superato le mie aspettative. Mi è piaciuta molto la storia e grazie a questo libro ho capito qualcosa in più sull'India e su come è la vita nei villaggi, sia per gli uomini ma soprattutto per le donne.

Quando speri tanto qualcosa,
è facile confondere le speranze con la realtà.

La storia parla di due ragazze: una americana e una indiana, le cui vite si intrecciano casualmente. Sarah è di New York e, insieme al suo fidanzato Abhai (che è indiano), decide di andare a visitare il villaggio nativo di lui prima di sposarsi. Quando arrivano, Sarah e Abahi vengono ospitati dal cugino di lui nella sua capanna dove vivono il cugino, la moglie e i loro due figli. Sarah nota subito come la vita sia diversa da New York ma anche da Dubai (dove avevano alloggiato prima di venire nel villaggio) e nota come vengono trattate male le donne. Girovagando per il villaggio conosce Asha, una ragazza di 15 anni la quale è l'unica donna che ha quella luce negli ochhi che Sarah non aveva visto negli occhi cupi e spenti di tutte le altre donne del villaggio. Comincia ad avvicinarsi a questa ragazza e scopre che dentro di lei c'è un uccellino che vuole volare e che vuole liberarsi dalla gabbia dove lo hanno rinchiuso; ma Asha deve sposarsi e quindi il suo destino è segnato, come quello di tutte le donne di lì. ma Sarah non vuole permetterlo e le promette che quando tornerà in India troverà un modo per liberarla da quelle catene. Ma quando torna, Asha non c'è: è stata portata via con l'inganno e adesso paga per la voglia di ribellarsi. Ma Sarah non rinuncia e farà di tutto pur di ritrovarla e mantenere la sua promessa.

Al contrario delle sue coetanee o delle altre donne,
lei voleva lottare per i suoi sogni, 
per vivere una vita degna di questo nome.
Voleva diventare qualcuno, voleva migliorare la sua vita.
Voleva dire basta.

La protagonista è Sarah, una ragazza di New York che, inorridita da come vengono trattate le donne in India, cerca di migliorare la loro situazione, facendo, innanzitutto, speranza nel cuore di Asha, come soffiando su un piccolo fuocherello per aumentare la sua intensità. Ma questa luce, questa voglia di libertà è vista, dagli uomini del villaggio, come un'indecenza e subito agiscono per fermarla.
Sarah sarà ricoperta di insulti e verrà odiata da tutti gli uomini per il semplice fatto che vuole far cambiare le leggi del villaggio, dando così più importanza alle donne.
Quest'ultime vengono considerate peggio degli animali, come se fossero un peso inutile e che servissero solo per fare figli (maschi soprattutto) e per pulire e fare le faccende di casa.

Volevano mascherare i suoi sentimenti,
volevano ricordarle che non valeva niente,
volevano cancellare i suoi bisogni.
Volevano nascondere i suoi sogni,
facendoli svanire come lacrime nella pioggia.

Questo libro mi è piaciuto molto e inoltre è il primo che leggo che è ambientato in India. La lettura è stata molto veloce e mai noiosa. Mi è piaciuto molto dopo la seconda parte della storia dove la situazione prende una piega diversa sia per Asha sia per Sarah.
Mi ha colpito anche il rapporto tra Sarah e Abahi: lui l'ha appoggiata dall'inizio fino alla fine, le è stato sempre vicino e, sopratutto, l'ha sempre difesa anche quando tutto il villaggio la odiava e la disprezzava.


Quattro Anelli.


~Intervista~

1. Ciao Sofia! Parlaci prima di te: quali sono le tue passioni, oltre a scrivere naturalmente?
Adoro tantissimo leggere, ascoltare della bella musica, vivere avventure, mangiare, trascorrere il tempo con la mia famiglia e viaggiare. Amo viaggiare; al momento sono andata negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna e nel Regno Unito. Ho vissuto a Londra per un anno e sicuramente è stata un’esperienza importante. Queste sono le cose che amo fare, ma scrivere è la mia unica passione.

2. Come è nata la tua passione per i libri?
Sin da bambina adoravo scrivere e leggere. Mi ricordo ancora quando scrivevo i primi romanzi (brevissimi), che poi leggevo alla mia famiglia. Scrivevo su dei quaderni e amavo riempirli di parole, ma per me farlo era una cosa naturale, non pensavo che scrivere sarebbe diventata la mia passione più grande. Dai quaderni sono passata alla macchina per scrivere e dalla macchina per scrivere al computer. Verso l’età di tredici anni ho capito che amavo affrontare temi più seri, e da quel momento non ho mai cambiato idea. Ammetto che verso l’adolescenza abbandonai un po’ la scrittura, credendo che la mia passione fosse un’altra. Adoravo recitare e volevo diventare una celebrità. Dopo casting ed esperienze televisive e teatrali, però ho capito che quel mondo non mi piaceva, e che sicuramente potevo esprimermi in altri modi. Ecco che “sono tornata alle origini” e ho ricominciato a scrivere. Da quel giorno non ho più smesso di esercitarmi e di emozionarmi grazie alla scrittura. Credo, infatti, che uno scrittore/lettore, grazie ai libri e alle parole, possa raggiungere dei livelli emotivi molto alti.
Dunque, ero molto piccola quando mi sono avvicinata ai libri. Ho sempre adorato leggere e a scuola aspettavo con gioia le lezioni d’italiano, per poter scrivere dei lunghi temi.

3. Quali sono i generi letterari che ti piacciono di più? E quali temi ti piace trattare di più quando scrivi?
Come ho accennato prima adoro leggere, ma prediligo libri che parlano di storie vere, o comunque che fanno riflettere. Rispetto ogni genere, ma non mi piacciono molto i fantasy, e peggio ancora i libri erotici. Quando leggo mi piace sognare e imparare, e adoro i libri in cui le protagoniste sono femmine forti e indipendenti, che se la cavano in varie situazioni.
Sicuramente quando scrivo mi piace trattare temi seri, che raccontano vicende vere, che accendono i riflettori su realtà che rischiano di essere dimenticate o di cui ne sappiamo poco o niente. Il mio romanzo d’esordio, dal titolo “Quando dal cielo cadevano le stelle”, ad esempio parla della Shoah, dei campi di concentramento, della guerra… Tutto naturalmente è sotto forma di romanzo, e la protagonista è Lia, una ragazzina italiana di tredici anni, con l’unica colpa di essere ebrea durante il nazismo, e quando scrivo cerco sempre di documentarmi al meglio per cercare di non commettere alcun errore storico-politico.
Comunque sia adoro scrivere temi in grado di emozionarmi, storie che mi fanno battere il cuore, che secondo me meritano di essere raccontate, di avere una voce.
Non pubblicherei mai un romanzo di cui non sono convinta, perché non sono qui per cercare la fama. Scrivo per la gioia di farlo, scrivo per il bisogno di raccontare.
Nonostante scrivo storie serie, cerco sempre di mantenere un tono realistico e leggero, proprio per non appesantire la lettura. Inoltre, adoro creare i miei personaggi, i vari lati delle loro personalità, pensare a una trama, alle varie relazioni, ai colpi di scena… Amo scrivere romanzi che hanno come base realtà del nostro passato e del nostro presente, ma cerco sempre di riempire i miei libri con vari ingredienti. Perché scrivo romanzi e non dei documenti e amo regalare emozioni e sperare che le mie parole colpiranno il cuore di qualche lettore.

4. Parliamo adesso del tuo romanzo. Cosa ti ha spinto a scrivere Come lacrime nella pioggia?
Sono sempre stata affascinata dall’India e l’occasione giusta per scrivere un romanzo ambientato in quella nazione è nata casualmente. Ricordo che stavo navigando su internet quando, d’improvviso, mi sono imbattuta in alcune fotografie che ritraevano delle donne indiane impegnate a manifestare. Nei loro sguardi c’era l’orgoglio e la forza di lottare. Mi sono informata per che cosa stavano manifestando e ho scoperto che stavano lottando per i loro diritti. Ammetto che prima di scrivere “Come lacrime nella pioggia” non ne sapevo molto sulle condizioni delle donne in India, ma quando ho scoperto che l’India ha numerose verità nascoste, quali la violenza sulle donne, l’infanticidio, gli aborti selettivi, il feticidio femminile, gli omicidi per dote e la mortalità materna, allora ho sentito qualcosa accendersi dentro di me e ho capito che volevo fare qualcosa per aiutare queste donne e che volevo trasformare tali realtà in un romanzo, per raggiungere un maggior numero di persone. Il National Crime Record Bureau (NCRB) stima che ogni ventidue minuti una donna in India subisce una violenza, su una popolazione femminile complessiva di 200mila persone, come potevo fare finta di niente?
Ecco che cosa mi ha spinto a scrivere “Come lacrime nella pioggia”, la voglia di raccontare, di accendere i riflettori sulle condizioni di vita delle donne indiane. Il mio romanzo, però, tocca anche un altro tema, quello dell’amicizia, dell’amicizia vera, come quella che nasce tra Sarah (ragazza americana di 22 anni) e Asha (ragazza indiana di 15 anni). Nonostante i loro Paesi lontani e il colore diverso della loro pelle, diventano migliore amiche, sacrificandosi l’una per l’altra. E trovo che tutto questo sia meraviglioso, come la loro voglia di lottare contro il potere degli uomini, e di volerlo fare insieme, in India, definito il Paese peggiore in cui nascere donna.

5. Le donne in India tutt'ora non hanno diritti e libertà: tu come vorresti cercare di cambiare questa situazione?
Sfortunatamente hai ragione, le donne in India non hanno ancora i diritti e la libertà che ogni singola persona dovrebbe avere. Da quando grazie a “Come lacrime nella pioggia” ho imparato più verità sull’India nel mio piccolo cerco di aiutare le donne indiane non solo tramite il mio romanzo, ma anche portando consapevolezza rilasciando interviste sulle condizioni delle donne in India, come sto facendo anche oggi, e parlandone in ogni occasione. Inoltre, grazie al mio romanzo - che mando gratuitamente a chiunque lo desidera (per richiederlo, basta inviarmi un’e-mail all’indirizzo sofiaromanzo@yahoo.it) - incoraggio i lettori a donare anche una somma piccolissima ad Amnesty International, la più grande organizzazione per i diritti umani (http://sostieni.amnesty.it/). Ma non basta. Su Change.org, sempre per portare consapevolezza e per cercare di smuovere qualcosa, ho lanciato una petizione indirizzata al governo indiano, per migliorare le condizioni delle donne. Firmare la petizione è veloce e gratuito. Lascio di seguito in link. Grazie.
Sono molto contenta anche quando i lettori, dopo aver letto “Come lacrime nella pioggia”, mi scrivono indietro facendomi sapere che ho aperto loro gli occhi sull’India, oppure che grazie alle mie parole vorranno adottare a distanza una bambina indiana, per cercare di regalarle un futuro migliore.
Tutto questo è meraviglioso, e credo che ognuno di noi, nel suo piccolo, possa fare qualcosa per aiutare i più bisognosi.
Però non sono un’illusa, e so che le condizioni delle donne dell’India non cambieranno dall’oggi al domani. Sono in contatto con numerose ragazze indiane, che giornalmente mi mettono a parte delle loro difficoltà, e mi hanno fatto sapere che affinché qualcosa in India possa davvero migliorare non basta cambiare delle leggi o confidare nelle parole del premier indiano Modi, ma è essenziale che ognuno, ogni singolo cittadino, cambi mentalità. Sfortunatamente l’India è un Paese dalla mentalità molto complessa, e per vedere dei veri e propri cambiamenti è davvero essenziale che ogni persona cambi la propria mentalità, il proprio modo di agire e di approcciarsi al prossimo.

6. Sei mai stata in India? Se no saresti curiosa di vedere personalmente come è la vita nei villaggi?
Sfortunatamente non sono ancora stata in India, ma sicuramente un giorno vorrò andarci. Non so che cosa proverò quando metterò piede in India, ma sicuramente sarò travolta da centinaia di emozioni. Una bellissima opportunità è quella di fare volontariato in India, e credo che senza un’associazione alle spalle non mi avventurerei da sola nei villaggi rurali. Dopo tutto quello che so, e che ho scritto, nonostante ho fiducia nelle persone, non vorrei rischiare. Però con il volontariato sarebbe tutto diverso, e potrei aiutare sul posto. Potrei parlare con le ragazze e donne indiane, istruirle sull’importanza di frequentare le scuole, di prendersi cura di loro stesse e molto altro, come insegnare loro come mantenere le case e come cucinare. Spesso, infatti, i bambini indiani sono malnutriti, e la “colpa” è anche delle loro madri che non sono state istruite, e che non sanno come gestire o cucinare il poco cibo che hanno a disposizione. Ho letto testimonianze di persone che sono andate in India e che, grazie al volontariato, hanno parlato con le donne dei villaggi e che hanno confortato ragazzine di neanche quattordici anni costrette a sposarsi contro la loro volontà. Perché tutto questo sfortunatamente non è solo un romanzo, ma è la realtà. Prima o poi vorrò andare in India, per aiutare, per vedere con i miei occhi che cosa succede, per lasciarmi travolgere dai colori delle sari, per alzare lo sguardo al cielo e dire “Sono qui”.

Grazie Sofia per questa intervista! E' stato davvero un piacere! A presto!

2 commenti:

  1. Brava Arya bellissima intervista e complimenti all'autrice per aver toccato un tema così importante!

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