sabato 26 luglio 2014

Recensione: Città di Carta

Buon pomeriggio di nuovo lettori!^^
Approfitto di questi ultimi giorni in cui sto a casa per pubblicare un po' di recensioni, altrimenti dopo ho paura di non riuscire a trasmettere le emozioni che sono vive ancora dentro di me! Pensate che ho evitato anche di cominciare Teorema Catherine appena finito questo libro proprio per far rimanere la storia intatta nella mia mente. xD

TITOLO: Città di Carta
TITOLO ORIGINALE: Paper Towns
AUTORE: John Green
EDITORE: Rizzoli
PREZZO: 14 €
PAGINE: 395
DATA DI PUBBLICAZIONE:
TRAMA: Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Marggo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembra essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti pensano che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono 
spezzati, potrebbe essere l'ultima.


Il sempre è fatto di tanti adesso.

Non vedevo l'ora di cominciare Città di Carta ma quando ho cominciato a leggere i primi capitoli ero un po' delusa. I caratteri dei personaggi erano identici a quelli di Cercando Alaska: Margo era Alaska, Quentin era Ciccio. Ma aspettate, perché vi dico che dopo che Margo è sparita i caratteri sono cambiati. E quindi ho rigiudicato il libro ma per un momento Green mi stava facendo sbigottire. 

Gli esseri umani sono sprovvisti di buoni specchi.
 È durissima per gli altri spiegare a noi come ci vedono
 e durissima per noi spiegare agli altri come ci sentiamo.

Il protagonista della storia è Quentin, un ragazzo timido e debole. Quando era piccolo era sempre amico di Margo e una volta nel parco avevano ritrovato un uomo morto, cosa che aveva fatto venire alla ragazzina una grande curiosità per i misteri. Cresciuti, Margo e Quentin sono ancora vicini di casa ma non sono uniti come lo erano prima. Margo è diventata una ragazza popolare, il leader della scuola e Quentin ne è innamorato pazzo. Quando, però, una notte Margo appare alla finestra di Quentin per chiedergli di aiutarla in una missione i due condividono una notte indimenticabile, dove Quentin crede di essersi finalmente riavvicinato a lei. Ma la mattina dopo, a scuola, Margo non c'è e non ricompare neanche i giorni dopo, tanto che si pensa che sia di nuovo partita; ma questa volta Quentin vuole trovarla e riportarla a casa. Margo ha lasciato degli indizi per Quentin, per fargli seguire la sua scia. Quentin quindi si butta a capofitto in una ricerca disperata che non si sa dove porterà, insieme ai suoi due migliori amici, Ben e Radar.

-Tutte le cose sono più brutte viste da vicino- disse Margo.
-Tu no- ribattei, senza pensarci.

Quentin all'inizio mi era sembrato il solito ragazzino timido e asociale (come Ciccio) ma dopo l'avventura
con Margo si trasforma in un ragazzo forte e autoritario, tanto che assume quasi il ruolo di "leader" della scuola: non si fa più spaventare dai bulli e si fa rispettare. Quentin vuole a tutti i costi ritrovare Margo e comincia a seguire la scia di indizi, pensando solo a quelli. Scopre cosa sono le Città di carta, pseudoquartieri, e va in queste città cercando segni del passaggio di Margo. Questo personaggio non è che è stato il mio preferito, anzi non mi ha fatto né caldo né freddo. Tanto risoluto a cercare questa ragazza che non si vuole far trovare, trascura i suoi amici (che lo aiutano sempre in questa ricerca) non interessandosi ai loro desideri. Per questo non l'ho amato molto.

Me ne stavo andando, e andarsene aveva un sapore così dolce che non sarei mai più tornato indietro.

Margo non l'ho potuta conoscere bene perché in più di 2/3 del libro non c'è; o almeno c'è solo come sotto forma di pensieri di Quentin. Secondo me questa ragazza aveva qualche difficoltà in quella città, e si sentiva soffocata da tutte quelle persone. Secondo me Margo è una persona solitaria, che non vuole la compagnia di troppe persone, ma solo di alcune che siano disposte a seguirla. Lei è uno spirito libero che vuole viaggiare ed esplorare il mondo senza limiti.
Ben e Radar invece mi sono piaciuti molto. Mi hanno fatto divertire molte volte ed erano sempre lì con Quentin, nonostante questa ricerca non c'entrava nulla con loro. Ben è il solito spaccone, un po' rozzo, mentre Radar è un nerd, sempre sul computer, ma anche lui ha uno spirito scherzoso.

Forse siamo fili d’erba e le radici di tutti noi sono cosi intrecciate 
che nessuno muore finché c’è qualcun altro che resta in vita.

Il libro è diviso in tre parti: I FILI, L'ERBA e LA NAVE. Le parti che mi hanno intrigato di più sono la prima e l'ultima. Nella prima parte Margo e Quentin mettono in atto le 11 cose da fare sulla loro lista, compresi tutti gli scherzi agli amici che li hanno traditi. E' stato forte, perché era un fuggi fuggi da una parte all'altra e, insomma, gli scherzi sono sempre divertenti! L'ultima parte è il viaggio in macchina per ritrovare Margo. E' stato divertente perché ci sono molti problemi a viaggiare in auto per più di 12 ore di seguito, facendo soste di meno di 2 minuti per arrivare in tempo dall'altra parte. Ma è stata bella perché c'è anche la fine del racconto che mi ha colpito molto. Uno prima dell'ultima parte può pensare a molti finali per questo libro ma io quello che ha scritto Green l'ho cominciato a intuire man mano che loro si avvicinavano a Margo e ho amato Green per questo finale. 
Purtroppo non posso dire che mi sia piaciuto più di Cercando Alaska perché, dopotutto, ha fatto simile un po' di cose e perché Cercando Alaska è stato il primo libro di Green dove ho incontrato personaggi così. 
Città di Carta però è un libro che ti coinvolge molto e, inoltre, mettere nella storia un'inseguimento mi è piaciuto molto. E' una lettura veloce e interessante, anche grazie a delle frasi di un poeta che ti fanno pensare molto.

Ognuno all'inizio è una nave inaffondabile. 
Poi ci succedono alcune cose: 
persone che ci lasciano, che non ci amano, che non capiscono o che noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo male, gli uni con gli altri. 
E lo scafo comincia a creparsi. E quando si rompe non c’è niente da fare, la fine è inevitabile. 
Però c’è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi. 
Ed è solo in quel momento che possiamo vederci,
 perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro. 



7 commenti:

  1. D'accordissimo con te! Anche a me all'inizio pareva di rileggere le avventure di Ciccio e Alaska, ma poi è cambiato tutto. Il libro mi è piaciuto molto comunque, penso di averlo preferito a Cercando Alaska, non so esattamente il perché però, forse per la trama... boh!

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    1. Rispetto a Cercando Alaska a me è piaciuta la fine! :3

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    2. Meno tragica (cosa strana per i libri di Green)!

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  2. Non c'è bisogno che ti dica che devo leggerlo sicuramente! Questo e Cercando Alaska of course ^.^ bellissima l'ultima citazione sulla nave, davvero particolare :3

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    1. Sisi devi leggerli! *-* Sì, l'ultima frase mi ha subito colpita infatti ^^

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  3. Ciao Arya! Non ho letto questo libro ma è nella mia WL e, avendo letto la tua recensione, sono ancora più curiosa di leggerlo!

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