Approfitto di questi ultimi giorni in cui sto a casa per pubblicare un po' di recensioni, altrimenti dopo ho paura di non riuscire a trasmettere le emozioni che sono vive ancora dentro di me! Pensate che ho evitato anche di cominciare Teorema Catherine appena finito questo libro proprio per far rimanere la storia intatta nella mia mente. xD
TITOLO: Città di Carta
TITOLO ORIGINALE: Paper Towns
AUTORE: John Green
EDITORE: Rizzoli
PREZZO: 14 €
PAGINE: 395
DATA DI PUBBLICAZIONE:
TRAMA: Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Marggo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembra essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti pensano che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono
spezzati, potrebbe essere l'ultima.
Il sempre è fatto di tanti adesso.
Non vedevo l'ora di cominciare Città di Carta ma quando ho cominciato a leggere i primi capitoli ero un po' delusa. I caratteri dei personaggi erano identici a quelli di Cercando Alaska: Margo era Alaska, Quentin era Ciccio. Ma aspettate, perché vi dico che dopo che Margo è sparita i caratteri sono cambiati. E quindi ho rigiudicato il libro ma per un momento Green mi stava facendo sbigottire.
Gli esseri umani sono sprovvisti di buoni specchi.
È durissima per gli altri spiegare a noi come ci vedono
e durissima per noi spiegare agli altri come ci sentiamo.

-Tutte le cose sono più brutte viste da vicino- disse Margo.
-Tu no- ribattei, senza pensarci.

Me ne stavo andando, e andarsene aveva un sapore così dolce che non sarei mai più tornato indietro.
Margo non l'ho potuta conoscere bene perché in più di 2/3 del libro non c'è; o almeno c'è solo come sotto forma di pensieri di Quentin. Secondo me questa ragazza aveva qualche difficoltà in quella città, e si sentiva soffocata da tutte quelle persone. Secondo me Margo è una persona solitaria, che non vuole la compagnia di troppe persone, ma solo di alcune che siano disposte a seguirla. Lei è uno spirito libero che vuole viaggiare ed esplorare il mondo senza limiti.
Ben e Radar invece mi sono piaciuti molto. Mi hanno fatto divertire molte volte ed erano sempre lì con Quentin, nonostante questa ricerca non c'entrava nulla con loro. Ben è il solito spaccone, un po' rozzo, mentre Radar è un nerd, sempre sul computer, ma anche lui ha uno spirito scherzoso.
Forse siamo fili d’erba e le radici di tutti noi sono cosi intrecciate
che nessuno muore finché c’è qualcun altro che resta in vita.

Purtroppo non posso dire che mi sia piaciuto più di Cercando Alaska perché, dopotutto, ha fatto simile un po' di cose e perché Cercando Alaska è stato il primo libro di Green dove ho incontrato personaggi così.
Città di Carta però è un libro che ti coinvolge molto e, inoltre, mettere nella storia un'inseguimento mi è piaciuto molto. E' una lettura veloce e interessante, anche grazie a delle frasi di un poeta che ti fanno pensare molto.
Ognuno all'inizio è una nave inaffondabile.
Poi ci succedono alcune cose:
persone che ci lasciano, che non ci amano, che non capiscono o che noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo male, gli uni con gli altri.
E lo scafo comincia a creparsi. E quando si rompe non c’è niente da fare, la fine è inevitabile.
Però c’è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi.
Ed è solo in quel momento che possiamo vederci,
perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro.
D'accordissimo con te! Anche a me all'inizio pareva di rileggere le avventure di Ciccio e Alaska, ma poi è cambiato tutto. Il libro mi è piaciuto molto comunque, penso di averlo preferito a Cercando Alaska, non so esattamente il perché però, forse per la trama... boh!
RispondiEliminaRispetto a Cercando Alaska a me è piaciuta la fine! :3
EliminaMeno tragica (cosa strana per i libri di Green)!
EliminaNon c'è bisogno che ti dica che devo leggerlo sicuramente! Questo e Cercando Alaska of course ^.^ bellissima l'ultima citazione sulla nave, davvero particolare :3
RispondiEliminaSisi devi leggerli! *-* Sì, l'ultima frase mi ha subito colpita infatti ^^
EliminaCiao Arya! Non ho letto questo libro ma è nella mia WL e, avendo letto la tua recensione, sono ancora più curiosa di leggerlo!
RispondiEliminaLeggilo leggilo Michela che è molto bello! *-*
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